LE PIETRE D’INCIAMPO DI MODENA E PROVINCIA
Il 27 gennaio 2024 troviamo un momento per radunarci, laddove presenti, intorno alle Pierre d’inciampo, a quei segni tangibili della memoria dove sono impressi i nomi delle vittime.
Questo è l’appello dell’ANPI nazionale perché “NESSUNO DIMENTICHI” l’orrore dell’Olocausto.
(vedi l’appello al link https://www.anpi.it/appello-il-giorno-della-memoria-raduniamoci-attorno-alle-pietre-dinciampo)
Le Pietre d’Inciampo sul nostro territorio sono quattro: a Mirandola UGO FOCHERINI, a Finale Emilia ADA OSIMA ed EMILIO CASTELFRANCHI, a Vignola UGO MILLA.
Di seguito una scheda di coloro a cui è stata dedicata una PIETRA D’INCIAMPO sul nostro territorio.

ODOARDO FOCHERINI | Piazza Costituente, 57

Nacque a Carpi il 6 giugno 1907. Fu dirigente d’azienda. Come cattolico si impegnò a favore degli ebrei durante il periodo delle leggi razziali. Mise in piedi un’efficace organizzazione clandestina, portando in salvo oltre cento ebrei. Per questa sua attività fu arrestato e fu deportato. Morì nel campo di concentramento di Hersbruck in Germania il 27 dicembre 1944. Per essersi speso fino al massimo sacrificio per salvare gli ebrei perseguitati, è stato insignito delle seguenti onorificenze e riconoscimenti:
– nel 1969 fu riconosciuto tra i “Giusti tra le Nazioni” a Yad Vashem e fu posta una targa con il suo nome lungo il Viale dei Giusti;
– nel 2007 il Presidente della Repubblica Italiana gli consegnò la Medaglia d’oro al Merito civile alla memoria con la seguente motivazione: “Di elevatissime qualità umane e civili, nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, con eroico coraggio e preclara virtù civica, promosse la costruzione di una struttura clandestina che diede ospitalità ed assistenza ad un gran numero di ebrei italiani e stranieri, riuscendo a salvarli dalla persecuzione nazista. Arrestato, veniva internato nel campo di concentramento di Fossoli e successivamente deportato nel campo di Hersbruck, dove moriva di stenti e di setticemia. Fulgido esempio di coerenza, di senso di abnegazione e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e di umana solidarietà.”
– nel 2013 fu beatificato sulla base di un decreto firmato nel 2012 da Papa Benedetto XVI.

ADA OSIMA | via Mazzini, 6

Ada, nata a Finale Emilia il 6 gennaio del 1892, professione farmacista.
A seguito delle Leggi Razziali del 1938 fu costretta ad abbandonare la sua professione: gestiva la Farmacia Comunale di Piazza Verdi a Finale Emilia.
Nel settembre 1943 raggiunse la sua famiglia ad Asti che venne rastrellata e deportata ad Auschwitz nel 1944. Fu anche l’anno in cui morì.
La famiglia Osima, quando venne decisa la confisca dei beni, perse tutto e tutto ciò che venne confiscato (l’azienda agricola tra le altre cose) venne affidata ad amministratori di fede fascista.

EMILIO CASTELFRANCHI | via Torre Portello 4

Medico chirurgo assai stimato e militare. Fu licenziato e costretto ad abbandonare la professione nel 1939 a causa delle Leggi razziali. Sempre per la stessa causa fu espulso dall’esercito. Morì per un male improvviso dopo aver sopportato la persecuzione l’1 marzo 1942.
Le parole del padre Ciro scritte a sua nipote Bianca Maria Castelfranchi orfana del padre Emilio dopo la morte: “Quando, cessata l’onta e la vigliaccheria della fosca ora presente, la serena anima umana risorgerà intera e diritta, nel trionfo della verità sul mendacio, della giustizia sull’arbitrio, del diritto sulla brutalità, dell’amore sull’odio, allora Egli sarà glorificato per la sua bontà e per il suo martirio…”

UGO MILLA | via Fontana, 2

Commesso viaggiatore, ebreo. La pietra d’inciampo è posta di fronte alla casa dove nacque. Un’altra pietra d’inciampo a lui dedicata è presente a Milano, dove viveva prima della deportazione.
A MILANO UNA LASTRA DEDICATA ALLA SUA FAMIGLIA
I due fratelli e le tre sorelle Milla di Verderio Superiore furono arrestati dai tedeschi nell’ottobre 1943 perché ebrei e trasferiti ad Auschwitz, da dove non fecero più ritorno.
LE LEGGI RAZZIALI. La famiglia Milla era approdata a Milano nel 1913 dopo vari trasferimenti in località del centro e del sud d’Italia. Di queste peripezie sono testimonianza i diversi luoghi di nascita dei suoi componenti: Ferruccio nasce a Cento, Ferrara, il 27 marzo 1888, Ugo a Vignola, Modena, il 14 novembre 1894, Laura a Pesaro il 3 agosto 1897, Lina a Urbino il 10 luglio 1901 e Amelia ad Amelia, Terni, il 27 aprile 1904.
Dall’Inizio del 1942 all’ ottobre del 1943 abitò a Verderio Superiore, provenendo da Milano, la famiglia Milla, composta da tre sorelle, Laura, Lina, Amelia, e un fratello, Ferruccio. Nell’ottobre del 1943 tutti vennero arrestati, in quanto ebrei, da militari tedeschi: prima, a Verderio, Ferruccio; qualche giorno dopo, a Milano, le sorelle. Con Ferruccio fu arrestato anche un fratello, Ugo, che aveva raggiunto i famigliari da non più di due giorni. Fuggirono invece la moglie di quest’ultimo, Lea Milla, e la figlia, Serena, di dieci anni. Il 6 dicembre i cinque arrestati furono “trasportati” ad Auschwitz, da dove non fecero più ritorno.