Riteniamo che il comune di Marano meriti di fregiarsi della medaglia al valor civile per i cruenti fatti occorsi nella frazione di Ospitaletto nel mese di agosto 1944. Ho avuto l’onere e l’onore di ricostruire dettagliatamente quei tragici avvenimenti, riportandoli alla memoria dei maranesi.
Tutto ebbe inizio l’11 agosto 1944, quando i partigiani, provenienti da Montefiorino, entrarono nel territorio di Ospitaletto. I partigiani erano intenzionati a recuperare cibo e medicinali e ripartire al più presto. Furono però costretti ad affrontare prima i fascisti poi i tedeschi perché la loro presenza era stata segnalata a Marano ed a Vignola da spie fasciste. Dopo un violento combattimento che si protrasse per tutto il pomeriggio, i partigiani comandati da Mario Allegretti, ex ufficiale carrista, mettevano in fuga i tedeschi, che lasciarono sul terreno cinque morti e diversi feriti.
Com’era prevedibile, vi fu la terribile reazione dei tedeschi che la mattina successiva impiccarono cinque partigiani ai balconi ed agli alberi di Ospitaletto. Nel pomeriggio dello stesso giorno vi fu il terribile rastrellamento nella zona dello scontro della sera precedente nel corso del quale vennero uccisi 11 civili, tra cui la giovane Maria Savigni. La notte i tedeschi se ne andarono lasciando morte e distruzione. Un sopravvissuto ci ha lasciato un quadro apocalittico: “I vivi terrorizzati si erano nascosti nei boschi, i cadaveri giacevano insepolti, nell’aria si avvertiva l’odore acre delle pecore bruciate vive, le mucche muggivano per lo spavento, la fame e la sete”. La repressione dei nazi-fascisti si concluse con il rastrellamento del 17 e la fucilazione del 25 agosto 1944, in cui vennero complessivamente uccisi altri 14 giovani partigiani. Nei vari scontri e rappresaglie perirono complessivamente 33 persone.
L’eccidio di Ospitaletto, che nella nostra provincia è secondo solo a quello di Monchio, dopo la guerra è caduto nell’oblio più profondo. L’unica traccia della strage è stata rinvenuta nello stralcio nel cosiddetto “armadio della vergogna”.
La ricostruzione storica ha permesso al sindaco Mauro Salici (che l’ha fortemente voluta) di proporre al Consiglio comunale la richiesta di una medaglia al valor civile, proposta approvata all’unanimità. La documentazione, tramite la Prefettura di Modena, è già stata trasmessa al Presidente della Repubblica.
Proprio per il valore dimostrato dalle formazioni partigiane, per le sofferenze subite dalla popolazione e per la forza dimostrata dalla stessa popolazione nel perdonare, riteniamo che il Comune meriti il più ampio riconoscimento al valor civile da parte del Presidente della Repubblica.

Rolando Balugani