14 maggio: a Porta a Porta si parla di Resistenza senza invitare i protagonisti

In seguito alla trasmissione di Porta a Porta del 14 maggio, quando si è parlato di Resistenza senza i protagonisti, pubblichiamo la lettera di protesta indirizzara a Zavoli dall’Anpi nazionale:

“Caro e stimato Presidente,
zavoliabbiamo ricevuto nell’ultimo mese moltissime proteste da singoli cittadini e da diverse associazioni democratiche circa la trasmissione di “Porta a porta” del 14 maggio – ed altre dello stesso tipo – che, dedicata a questioni connesse con la Guerra di Liberazione, la Resistenza e l’Antifascismo, è apparsa non priva di inesattezze storiche. Sarebbe stato utile rettificare subito – come ha chiesto con lettera (allegata) al Presidente della RAI il Comitato Provinciale ANPI di Roma e Lazio – richiamandosi ai fatti, nella loro dimensione reale, ed ai giudizi più e più volte espressi da: protagonisti, studiosi ed esperti. Su ciò rimandiamo la Sua valutazione, caro Presidente, dopo una rivisitazione della trasmissione in questione.
Risulta davvero singolare che questo sia avvenuto proprio dopo aver visto nella giornata del 25 Aprile una imponente partecipazione popolare alle manifestazioni svoltesi nelle grandi città, a partire da Milano, ed in molti comuni italiani, una partecipazione non a caso superiore a quella degli anni passati, e nel corso della quale si è avuta, come di consueto, la limpida, argomentata e forte dichiarazione antifascista del Presidente della Repubblica. E non solo. Poiché per la prima volta si è registrata la partecipazione da parte dell’attuale Presidente del Consiglio che ha espresso anche giudizi generalmente condivisibili sul ruolo decisivo dei partigiani nella Guerra di Liberazione e sul grande valore della Resistenza nella storia e nella vita della nostra Patria. In quelle giornate si è manifestata davvero l’esistenza di una corale maggioranza antifascista nel popolo italiano, tale – noi riteniamo – da indurre il Governo a depennare dai propositi del Parlamento la famigerata proposta di legge n. 1360 con la quale si pretendeva di equiparare militi repubblichini con partigiani e militari italiani combattenti per la libertà.La Rai, Signor Presidente, è certo libera, ovviamente, di esprimersi come crede anche su questi problemi, ma ha il dovere – crediamo – di sostenere i valori e i propositi della Resistenza e dell’Antifascismo sanciti nella Costituzione della Repubblica e conseguentemente di contrastare, in modo efficace, le posizioni dei denigratori di quei valori, tanto più quando si esprimono con falsi e in modo rozzo, volgare.
A nostro avviso, signor Presidente, occorre provvedere affinché nelle trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate ad argomenti che evocano l’Antifascismo, la Liberazione e la Resistenza, innanzitutto siano presenti protagonisti, esperti, storici ecc. ecc. indicati dall’ANPI quale associazione maggioritaria o dall’associazionismo pluralista, unitario, autonomo, antifascista, resistenziale, combattentistico, della deportazione e delle comunità ebraiche. E quando ciò, per ragioni tecniche od altro, non fosse possibile, si suggerisce il ricorso a documenti, dichiarazioni o schede quali strumenti predisposti allo scopo di far emergere la posizione o il punto di vista dell’ANPI e dell’associazionismo sopra menzionato. In questo senso assicuriamo la piena collaborazione.
A nostro parere è assurdo che alle trasmissioni del tipo sopra ricordato manchi la voce dell’Antifascismo e della Resistenza. È come, ci permettiamo di rilevare, se a quelle che hanno per tema questioni sindacali si invitasse a partecipare la sola parte degli imprenditori!
Cogliamo l’occasione per salutarLa e per confermarLe sentimenti di vicinanza nel difficile e rilevante compito, decisivo per la vita democratica, che Le è stato affidato e che sta onorevolmente esercitando.
Sicuri della Sua sensibile attenzione a quanto ci permettiamo di richiedere. A disposizione per quanto fosse necessario. Con stima e cordialità, salutiamo”.

La segreteria nazionale