giugno-2007-14Il tema della parità tra uomini e donne viene considerato un problema ancora attuale da tre quarti (76%) dei giovani e da quattro quinti delle giovani donne (83%): è quello che emerge dall’indagine commissionata dall’Assessorato Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna, nel febbraio 2007, attraverso 800 interviste telefoniche a campione rappresentativo dei giovani dai 14 ai 25 anni residenti in Emilia-Romagna. Tanti altri sono gli spunti che escono dall’indagine dell’Assorato Pari Opportunità dell’Emilia Romagna di Paola Manzini (nella foto). Due terzi (67%) di tutti gli intervistati pensano che della parità si dovrebbe parlare di più, con più informazioni e scambi di opinioni e di esperienze su questo argomento, soprattutto nella scuola ed anche nei mezzi di informazione (TV e stampa), nelle sedi politiche, nei luoghi di lavoro e nelle famiglie. Moltissimi giovani pensano che esistano oggi discriminazioni, cioè differenze di trattamento fra uomini e donne. Nella grande maggioranza dei casi (68%) vengono indicati gli ambienti di lavoro come luoghi in cui le donne vengono viste e trattate in modo diverso; nel 17% la politica e le cariche istituzionali, nel 14% le famiglie, nel 9% la scuola, nel 7% i mezzi di informazione e la pubblicità, nell’8% l’estero, altre culture, e nel 4% lo sport. Non tutti i lavori e le professioni vengono considerati adatti alle donne. Nel complesso, 85% dei giovani considerano le donne molto adatte a fare le insegnanti; 67% molto adatte a fare il medico, 51% il dirigente nelle istituzioni e negli enti pubblici, 47% il dirigente di azienda, 48% il chirurgo, 44% il politico, 18% il poliziotto ed altrettanti l’operaio.
Da segnalare, invece, che il 10% di tutti gli intervistati e l’11% dei maschi considerano le donne poco adatte a fare il dirigente di azienda, 33% dei giovani nel complesso e 39% dei maschi poco adatte a fare il poliziotto.
Quasi tutti gli intervistati vivono con i genitori (94%); il modello familiare ha ancora molta strada nella realizzazione delle pari opportunità, ma è condiviso e in alcuni casi idealizzato dai giovani dell’Emilia Romagna. Per raccogliere indicazioni sui cambiamenti nel ruolo delle donne e degli uomini all’interno delle famiglie, agli intervistati sono state proposte alcune attività e responsabilità in una famiglia (decidere le spese; curare i bambini più piccoli; seguire i figli più grandi; cucinare e fare i lavori di casa, ecc.), con l’invito ad indicare, per ciascuna di queste:

  • chi dovrebbe occuparsi delle attività considerate;
  • chi si occupa e decide di solito sull’argomento, nelle coppie giovani;
  • chi si occupa e decide di solito, sull’argomento, nelle famiglie dei genitori, cioè nella generazione precedente.

Per tutti gli aspetti considerati, si osserva un passaggio contenuto, ma significativo, alle decisioni comuni, mentre diminuiscono nel profilo di una “coppia ideale” le attività e responsabilità attribuite alle donne oppure agli uomini. Si osserva però che la cura dei bambini piccoli e i lavori domestici anche nella coppia ideale dovrebbero essere un compito ed una responsabilità femminile o al massimo condivisa tra uomini e donne. Solo per l’1% dei giovani se ne dovrebbero occupare gli uomini.
Un quarto (26%) delle giovani intervistate hanno ricordato esperienze di discriminazione legate al sesso negli ultimi tre anni, cioè uno o più casi in cui le intervistate ritenevano di essere state trattate male o in modo ingiusto, perché erano donne.
Le giovani hanno indicato anche i luoghi e le occasioni: per il 37% il luogo di lavoro, per il 20% la scuola, per il 16% gli amici, per il 7% la famiglia e per il 14% persone sconosciute.
Le ragazze che avevano avuto esperienze di discriminazioni hanno ricordato più spesso avances ed un linguaggio offensivo (22%), la scarsa considerazione degli uomini (4%), differenze di trattamento in ambito lavorativo sia per la difficoltà di trovare lavoro (16%) che per la retribuzione e, in generale, per il trattamento riservato alle donne rispetto ai maschi (compiti più faticosi e sgradevoli attribuiti alle donne, ecc.).
Alcune intervistate hanno ricordato anche esperienze ed un trattamento diverso fra i ragazzi e le ragazze all’interno delle famiglie.