Sigle diverse ma la stessa matrice identitaria: il neo-fascismo. Una forte connotazione antiamericana segna il Fronte sociale nazionale di Adriano Tilgher, cinquantaquattrenne tarantino con un passato di primo piano nell’estrema destra italiana. Nel 1970 fu tra i fondatori della famigerata Avanguardia Nazionale e fu tra gli indagati, poi assolto, delle stragi di Bologna e dell’Italicus. Sotto la lente della magistratura finì anche per il reato di ricostituzione del partito fascista.

Un altro protagonista degli anni 70, Roberto Fiore, è invece il leader di Forza Nuova, partito che ha nel programma l’abrogazione delle leggi Scelba e Mancino, il ripristino del Concordato del 1929 e l'”umano reimpatrio degli immigrati”. Fiore fu tra i fondatori di Lotta studentesca e di Terza posizione. Si richiama invece alla storia del Msi di Almirante la Fiamma tricolore, figlia di una scissione a destra di Alleanza nazionale dopo la svolta impressa da Fini a Fiuggi. Attuale segretario del partito è l’europarlamentare Luca Romagnoli. Chi si è ricostruito un partito su misura, sopo l’espulsione dalla Fiamma tricolore, è Pino Rauti, già segretario del Movimento sociale italiano in contrasto con Giorgio Almirante e Gianfranco Fini. Il suo Movimento idea sociale, ultimo nato nella galassia neofascista, si richiama alla tradizione fascista e teorizza, tema caro a Rauti, lo sfondamento a sinistra, alla ricerca di consenso nei ceti sociali orfani della caduta del comunismo. Ma il neofascismo si propaga subdolamente anche negli stadi italiani, dove sono miriadi le sigle Ultras di matrice destroide. Alle ‘storiche’ curve di destra di Lazio, Ascoli, Triestina e Verona si sono aggiunte recentemente frange di tifosi di Torino, Roma, Siena, Palermo a dipingere un quadro a tinte fosche che crea problemi dentro e fuori dagli stadi