E’ stato commmorato domenica 8 marzo l’eccidio di Navicello, a ricordo degli avvenimenti del 1945 quando, nel corso di un grande rastrellamento che interessò le zone di Campazzo, via Larga e Villavara vennero catturati e fucilati in prossimità del ponte di Navicello sul Panaro numerosi partigiani tra cui i fratelli Zambelli dei quali fu anche sterminata l’intera famiglia. A Navicello, inoltre, venne fucilato il partigiano Ivaldo Vaccari che i suoi compagni avevano invano tentato di liberare nell’attacco fallito alla Caserma della Brigata nera di Nonantola.
La strage della famiglia Zambelli di Bomporto: la famiglia Zambelli, residente a Bomporto in via Case Sparse 13, partecipò attivamente alla lotta partigiana, nel rifiuto delle requisizioni, nella raccolta di armi e viveri, nelle azioni di disarmo, sabotaggio, distruzione di armi nemiche: il padre Angelo fu partigiano della Brigata Tabacchi, i figli combattenti, le figlie staffette o fiancheggiatrici del movimento della Resistenza.
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Sette dei tredici membri della famiglia furono uccisi in ritorsioni nemiche: il capofamiglia Angelo, con il genero Bozzali Quinto e il nipote Pellacani Fabio furono arrestati e fucilati a Navicello il 9 marzo 1945; la moglie di Angelo, Caterina Bavieri, arrestata a metà febbraio 1945, condotta all’Accademia Militare e torturata, tornò a casa ma fu assassinata il 27 marzo 1945 insieme alla figlia Iride; il figlio Floriano fu ucciso in una rappresaglia con altri partigiani nella notte tra il 18 e il 19 marzo 1945; l’altro figlio Renato arrestato durante il rastrellamento del 17 febbraio morì sotto le torture nemiche.