1 settembre 1943
Il Comitato Italia Libera chiede al generale Negro la consegna di armi per costituire reparti di volontari, ma ottiene un netto rifiuto.

8 settembre 1943, mercoledì
Viene data comunicazione della firma dell’armistizio con le Forze militari alleate. La famiglia reale fugge a Brindisi. L’Italia viene occupata dalle divisioni tedesche. I partiti antifascisti costituiscono il Comitato di Liberazione Nazionale.
In Germania oltre 600.000 soldati italiani preferiscono rimanere in prigionia piuttosto che aderire al fascismo.
Migliaia di italiani partecipano alla Resistenza nei paesi occupati dai nazifascisti.
I partigiani combattenti all’estero risultano essere 907 (164 caduti), così ripartiti: 177 in Jugoslavia, 45 in Albania, 669 in Grecia e 16 in Unione Sovietica. Numerosi anche i partigiani stranieri combattenti nella Resistenza italiana.
A Modena combattono 195 stranieri (13 caduti). Tra questi 121 russi, che formano il Battaglione russo d’assalto, 25 tedeschi, 10 austriaci, 9 jugoslavi, 9 polacchi e anche alcuni greci e neozelandesi.

8-9-10 settembre 1943
Tentativi di resistenza all’occupazione tedesca a Sassuolo e Modena. Alcuni soldati del 36° fanteria, tenuti prigionieri alla Cittadella, riescono a fuggire attraverso le fognature grazie all’aiuto di alcuni giovani. Gli allievi ufficiali dell’Accademia, al campo Piane di Mocogno, rimasti isolati si disperdono: un gruppo combatterà poi nella Resistenza in Piemonte, mentre il comandante dell’Accademia Militare, Giovanni Duca, verrà trucidato dalle SS.
A Carpi la folla tenta di assalire le case di alcuni fascisti, ma l’intervento dei carabinieri provoca la morte di tre antifascisti: Venerio Guerzoni, Umberto Malatesta, Ivo Prandi.
Chiusa dai tedeschi la Sipe di Spilamberto, licenziati 5.000 operai.
A Maranello, un gruppo di fascisti entra in una camerata del 36° Reggimento fanteria ed apre il fuoco contro due antifascisti: rimane ucciso Demos Malavasi di Novi di Modena, mentre il secondo, Mario Ricci, riesce a fuggire in montagna dove inizierà a organizzare, col nome di Armando, i primi gruppi di partigiani.

12 settembre 1943
Benito Mussolini, tenuto prigioniero sul Gran Sasso, viene liberato dai nazisti e portato in Germania.

14 settembre 1943
A Cefalonia vengono uccisi dai tedeschi, o periscono dispersi in mare, 9.640 soldati italiani. Tra questi 111 sono modenesi.

19 settembre 1943
A Boves, vicino Cuneo, i tedeschi per rappresaglia, danno fuoco al paese e uccidono 45 persone.

23 settembre 1943
Mussolini rientra in Italia e dà vita ad un nuovo governo, con sede a Salò.

24 settembre 1943
A Carpi vengono aiutati nella fuga dal campo di concentramento di Fossoli alcuni prigionieri alleati.
In questo periodo alcuni comitati e centinaia di famiglie in tutta la provincia nascondono o aiutano a fuggire prigionieri, renitenti ed ebrei.

25 settembre 1943
Un proclama tedesco annuncia la costituzione a Modena del Platzkommandatur presso l’Accademia Militare.
I tedeschi sgombrano il campo di Fossoli dai prigionieri inglesi per adibirlo a campo di transito per ebrei ed antifascisti.

26 settembre 1943
A Carpi manifestazione di solidarietà popolare verso i prigionieri inglesi.
Viene costituita a Modena la federazione del Partito fascista aderente alla Repubblica di Salò, che incontra però scarse adesioni ed attenzioni sia da parte della popolazione che dagli stessi fascisti. Alla fine di novembre conta poco meno di 500 iscritti in città, e nemmeno 2.000 in provincia, un anno dopo gli iscritti sono 3.000.

27 settembre 1943
Scoppia a Napoli una violenta rivolta popolare, le famose “quattro giornate”.