L’assessore provinciale Paola Manzini sul nuovo anno scolastico

ottobre-2007-8Ci siamo lasciati alle spalle un anno scolastico troppo spesso osservato dal buco della serratura, quello mediatico dell’informazione o quello virtuale di internet, alla ricerca di scoop, scandali e fenomeni di disagio. Non voglio minimizzare i problemi della scuola italiana, spesso amplificati da stampa e televisione, tuttavia credo che non sia stata data la corretta rappresentazione di ciò che è oggi il mondo della scuola, molto migliore di come viene dipinto, e penso che gli anticorpi per fronteggiare il malessere che l’attraversano siano all’interno di un patrimonio di esperienze, professionalità, competenze e passioni accumulato nel tempo. In regione oltre 475 mila studenti sono tornati nelle scorse settimane tra i banchi di scuola. Abbiamo voluto inaugurare l’anno scolastico con una lezione magistrale di Zygmunt Bauman, attento osservatore della trasformazione sociale in corso nella nostra società, il quale ci ha ricordato che per essere efficace nella “società liquida” (come il celebre intellettuale definisce il nostro tempo), l’educazione e l’apprendimento devono essere continui e durare tutta la vita. Ogni nostro sforzo è dedicato proprio a fare in modo che il sistema educativo e formativo della nostra regione sia rivolto ad insegnare ad apprendere per tutto l’arco della vita. Alcune novità recenti, come l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni, vanno peraltro nella medesima direzione. Dobbiamo fare della scuola il principale strumento di mobilità sociale, restituire dignità e valore al sistema scolastico premiando merito ed impegno, riconsegnare agli insegnanti il ruolo di prestigio sociale che meritano, rafforzare la scuola dell’infanzia e la scuola primaria e secondaria di primo grado, fare in modo che il secondo ciclo formi giovani consapevoli, preparati, competenti e capaci di muoversi in un mercato del lavoro sempre più mutevole, dare maggiori e diverse opportunità ai giovani meritevoli e privi di mezzi che frequentano i nostri atenei (come abbiamo fatto con la nuova legge regionale sul diritto allo studio). Una scuola più rigorosa, che premia merito ed impegno, non è meno sensibile ai diritti di chi ha maggiori difficoltà; anzi, un luogo animato da principi di equità sociale che riconosce il talento consente di contrastare meglio il disagio, superare le disuguaglianze sociali e rispondere alle legittime aspettative individuali e familiari di mobilità sociale. Al contempo la scuola deve assolvere al meglio il suo compito principale: accrescere il sapere individuale dei giovani, trasmettere competenze e valori necessari per essere cittadini consapevoli, capaci di ragionare in maniera critica e dialettica. Oggi è necessario favorire inoltre la comprensione interculturale, in modo che le nostre comunità siano coese e si riconoscano in un quadro di regole e di valori condivisi. Le indicazioni del nuovo curricolo per il primo ciclo d’istruzione individuano nella storia la disciplina fondamentale per promuovere confronti sereni sui temi delle identità e delle differenze culturali e rafforzano lo studio della storia contemporanea e del Novecento (in particolare nell’ultimo anno del primo ciclo). Storia e memoria costituiscono gli elementi basilari della nostra identità civile che affonda le sue radici nella carta costituzionale. L’impegno della Regione Emilia-Romagna nei confronti di questi temi è e sarà costante, consapevoli che tra i nostri interlocutori non mancheranno le associazioni partigiane

Paola Manzini
Assessore alla Scuola,
Formazione professionale,
Università della Provincia di Modena