Alla CAMERA Sì alla commissione d’inchiesta sui crimini nazifascisti.
Il provvedimento è stato approvato a larga maggioranza ma in aula non sono mancate le polemiche. Il forzitaliota Garagnani: «Subito una commissione sui crimini dei rossi»

Sì definitivo della camera alla commissione parlamentare di inchiesta incaricata di indagare sull’occultamento dei crimini nazifascisti commessi – in Italia – nel corso della II guerra mondiale. La commissione avrà tempo un anno per accertare le cause dell’anomala archiviazione dei 695 fascicoli – contenenti altrettante denunce – rinvenuti nel 1994 a Palazzo Cesi, sede della procura generale militare, nel cosiddetto «armadio della vergogna». Nonostante il provvedimento sia stato approvato a larga maggioranza – 377 sì, 3 no e 27 astenuti – in aula non sono mancate le polemiche. Lancia in resta parte il forzitaliota Fabio Garagnani, lo stesso che aveva attivato quello scandaloso numero verde (o nero se preferite) pronto a registrare qualsiasi delazione in merito a insegnanti «in odor di comunismo». Da storico rigoroso qual è, l’onorevole richiama la smemorata assemblea di Montecitorio a non dimenticare altri crimini: quelli commessi tra il `45 e il 48 nel «Triangolo rosso della morte». Naturalmente non si riferisce alla pericolosa triade cinese ma alle campagne dell’Emilia Romagna.
Il piatto è ricco e An – che ha votato a favore della commissione – ci si ficca con gusto. Così che Enzo Raisi – dopo aver orgogliosamente rivendicato «il compimento di un passo in avanti» da parte di una destra ormai «postfascista» – ribatte: «Ritengo che dall’altra parte non ci sia la minima volontà di far chiarezza su fatti storici, non politici. Su fatti di sangue che rendono ancora difficile il dialogo in questo paese».
Una maggioranza colta, fatta di storici, di filosofi e pure di teologi: è vero Renzo Lusetti (Margherita) era il nipote di don Pessina, ucciso nel giugno del ‘46. Ma che senso ha invocare in una sede istituzionale e di fronte alle 15.000 vittime dei crimini nazifascisti i valori del perdono cristiano e della riconciliazione?
La commissione non è tenuta a esprimere giudizi di valore né a stilare tabelle di buoni e cattivi. Molto più «semplicemente» dovrà limitarsi ad accertare fatti storici e responsabilità: chi, quando, come e perché nascose quei fascicoli?