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Come ogni anno il 25 aprile arriva, come approcciarsi ad esso? Nel corso di questi 58 anni in cui lo abbiamo festeggiato abbiamo visto cambiare tante cose. Ogni anno piano piano è diventata una ricorrenza sempre meno sentita, forse troppo retorica, pesante…Da quando abbiamo al governo la destra il 25 aprile ha avuto un “leggero” sussulto, come la voglia un po’ scomposta e orgogliosa di ritornare in “prima linea”. Al 25 aprile si associa la Resistenza. Parlare di essa senza scadere nei soliti discorsi è difficile ma ci proverò: la Resistenza è stata tante cose, è stata quella attiva dei partigiani di montagna e di pianura costretti a convivere con paure, privazioni, stenti e con l’ansia del dopoguerra e la delusione di veder crescere un’Italia non proprio come la volevano idealmente loro. I partigiani, il 25 aprile del ’45 erano eroi, negli anni subito dopo la guerra erano, in certi ambienti, giudicati con sufficienza, diffidenza, umiliati perché giudicati “scomodi”, difficilmente inseribili nella società. Ma la Resistenza è stata anche quella di personaggi come Antonio Gramsci (un leader “scomodo” da maneggiare anche dentro il PCI) che fino alla fine ha scritto e teorizzato il comunismo più etico e sofferto per la lontananza dai propri cari. La Resistenza è stata quella dei volontari nella guerra di Spagna, risucchiati in giochi di potere politici più grandi di loro ma che imperterriti pensavano di fare la cosa giusta. La Resistenza è stata quella della Jugoslavia di Tito e tutto quello che ne è seguito nel bene e del male. La Resistenza è stata forse troppe cose, perché chi sposa il concetto del “Resistere” si accorge presto che viene messo alla prova sempre, che “andare controvento” può costare un prezzo alto. Ma il “prezzo” della Libertà, con la elle maiuscola, non si svaluta mai e noi giovani dell’ANPI siamo qui a ricordarlo.

Buon 25 Aprile a tutti!